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Monica Cupia, psicologa e psicoterapeuta del nostro Centro per la Famiglia, approfondisce per noi alcuni aspetti riguardanti la comunicazione nella coppia che sono spesso causa di incomprensioni e fraintendimenti nel rapporto affettivo.

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  1. Il primo aspetto sui cui riflettere riguarda il significato che diamo alle parole.

Può capitare infatti che lui e lei usino la stessa parola dandole però significati diversi. Pensiamo ad esempio alla parola “disponibilità”: se per lui significa disponibilità totale, essere sempre pronti a lasciare tutte le proprie occupazioni se l’altra chiama, dimenticare se stessi e le proprie esigenze per accontentare l’altra…mentre se invece per lei “disponibilità” significa tutto questo, ma solo entro certi limiti, ferme restando le proprie esigenze personali, si capisce come questo diverso significato attribuito alla stessa parola può essere fonte di incomprensioni.

Oppure per lui “ti amo” può voler dire semplicemente “mi piaci, sono pazzo di te”, mentre per lei può voler dire “voglio stare con te tutta la vita, tu sei la donna della mia vita!”…sono due significati molto diversi e se non ci si chiarisce l’uno con l’altro, si possono creare molte incomprensioni!

Questo accade perché lui e lei hanno storie personali diverse, esperienze di vita diverse, storie familiari diverse. Ognuno ha degli schemi interpretativi, dei filtri attraverso cui legge la realtà, filtri che si sono formati grazie alla personale esperienza di ognuno. Ogni individuo è predisposto a recepire certe cose e non altre, capirà facilmente alcune cose e non altre che magari il partner comprende immediatamente, e si stupisce e si arrabbia perché l’altro non le comprende con la stessa facilità.

E’ importante essere consapevoli che non si è uguali, che non si interpretano le cose allo stesso modo, e che se io dico una cosa, non necessariamente l’altro la capisce come io intendevo, proprio perché spesso si hanno schemi interpretativi diversi. Questo è valido non solo come discorso all’interno della coppia, ma all’interno di tutte le relazioni umane.

Ciò che ci siamo detti finora rispetto alle parole usate nella comunicazione, vale anche per i gesti. Anche in questo caso è possibile attribuire significati diversi allo stesso gesto: un bacio, un abbraccio, uno sguardo.

  2. Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’esistenza di due tipi diversi di

       comunicazione: quella verbale e quella non verbale.

  • La comunicazione verbale è tutto ciò che noi comunichiamo attraverso l’uso del linguaggio parlato
  • La comunicazione non verbale è tutto ciò che noi comunichiamo senza usare il linguaggio parlato; utilizzando quindi il nostro corpo, i nostri movimenti, il nostro modo di vestirci, di stare nello spazio. Lo sguardo, un bacio, una carezza, un abbraccio, il silenzio, il pianto….

Spesso accade che comunicazione verbale e non verbale non vadano d’accordo, non si accordino bene tra loro. Quando dico una cosa a parole ma poi con il mio comportamento non verbale esprimo il contrario; è quello che succede quando lui, per esempio, dice a lei “Ti voglio bene” in modo freddo, glaciale, distante…

In questo caso abbiamo quella che viene chiamata comunicazione ambigua: il frutto di queste comunicazioni non può che essere disagio e incomprensione all’interno della coppia. Spetta a chi se ne accorge per primo svelare il gioco: ”tu mi hai detto questo, ma col tuo comportamento mi pare che stessi dicendo tutt’altro!”

   3. Quindi è chiaro come, date queste premesse, è impossibile non comunicare!

        Qualsiasi cosa noi facciamo, comunichiamo sempre qualcosa agli altri.

Muoversi o stare fermi, parlare o stare in silenzio, sono tutti comportamenti che hanno valore di messaggio: influenzano gli altri e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e comunicare a loro volta.

Se per esempio sono in treno e mi rifiuto di scambiare una sola frase con i miei compagni di viaggio, sto comunicando che non voglio essere disturbato e non mi interessa entrare in rapporto con loro. E loro, lasciandomi in pace, mi stanno comunicando che hanno capito questa mia comunicazione e sono intenzionati a rispettarla.

E’ importante quindi essere consapevole, soprattutto in un rapporto di coppia, che ogni comunicazione che io faccio (anche stare zitto!) ha sempre degli effetti sull’altro.

   4. Un altro problema, che spesso si presenta all’interno dei rapporti di coppia, si

        potrebbe definire  “Chi ha iniziato per primo?”.

Mi riferisco a tutte quelle situazioni in cui ognuno accusa l’altro di essere stato la causa del proprio comportamento: “Se io mi comporto così è perché tu ti comporti cosà!”…”Se io parlo sempre è perché tu stai sempre zitto!”; ma l’altro potrebbe replicare “Io sto sempre zitto, perché tu parli sempre!”….

“Io ho sempre il muso perché tu vai sempre al bar con i tuoi amici!” “Ma io vado sempre al bar con i miei amici perché tu hai sempre il muso e non mi va di stare a casa con te!”

E’ un circolo vizioso da cui non si esce, se non quando non ci si limita più a vedere il proprio comportamento come una risposta a quello dell’altro, ma anche come una causa del comportamento dell’altro.

E allora le cose cambiamo quando uno dei due ha il coraggio di fare il primo passo e di spezzare, per primo, questo circolo vizioso.

   5. Un’altra cosa importante da fare perché una coppia funzioni è distruggere i

       miti. Un mito è una visione idealizzata della coppia, che mi fa dire, per esempio:

      “I tuoi desideri saranno i miei!” “Ci diremo sempre tutto!” “Noi non litighiamo

       mai!” “Saremo sempre felici e non ci lasceremo mai!”. 

I miti imprigionano la coppia in una visione non realistica del rapporto affettivo e impediscono ai due membri di esprimere liberamente aspetti che non si accordano con il mito. Diventa così difficile, per esempio, litigare, esprimere idee contrastanti, mostrare aspetti di sé diversi da quello che il mito imporrebbe.

E’ utile quindi maturare un’idea più realistica del rapporto di coppia, inteso come una relazione in cui ognuno farà del suo meglio, ma che non sarà scevra da errori, fragilità, fatiche e debolezze. Che andranno tutte affrontate con il fermo desiderio di mantenere vivo e sano il rapporto, ma che comunque ci saranno.

Il mito è una visione rigida della coppia, e la rigidità è sempre pericolosa nelle relazioni.

lebitte

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