STUDIO DI FATTIBILITA’

Il servizio è stato avviato dalla Cooperativa a seguito di uno studio di fattibilità sul nostro territorio,che si è sviluppato in tre ambiti:

ANALISI DEL TERRITORIO
La Bitta lavora prevalentemente in Ossola ed ha la sede legale e operativa a Domodossola, presso Casa don Gianni. L’Ossola occupa il 71% del territorio provinciale con una popolazione di 66.850 abitanti, pari al 42% dell’intera popolazione. La conformazione montana aumenta le difficoltà sulle distanze maggiori (Formazza dista 49 km da Domodossola, con un dislivello di 1028 m) con la presenza di piccoli centri abitati, scarsamente popolati, elevata incidenza di ultrasessantacinquenni e difficoltà negli spostamenti con mezzi pubblici.
ANALISI DEL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO
La provincia del Verbano Cusio Ossola, da sempre soffre del suo decentramento rispetto al capoluogo di regione, spesso subendo normative torinocentriche che mal si conciliano con le sue caratteristiche morfologiche, sociali e culturali.
La particolare conformazione morfologica e degli insediamenti umani dell’Ossola, contribuisce ad incentivare atteggiamenti di “chiusura” che si esprimono con comportamenti opposti sul piano dei valori umani:
· nei piccoli nuclei abitativi è presente una sorta di solidarietà familiare e comunitaria che sostiene il bisogno sociale dei propri membri;
· il valore della “casa” è elevato con la prevalenza di abitazioni di proprietà, spesso costruite con sacrificio e quindi sede di affetti e ricordi. Questo rende difficile l’allontanamento a favore di soluzioni abitative più funzionali o all’inserimento in contesti residenziali di cura;
· nei paesi di montagna è tuttora elevata la percentuale di donne casalinghe che si assumono i compiti di cura di bambini e anziani, sostenendo una sorta di welfare familiare;
· piuttosto radicato è il fenomeno delle badanti;
· sicuramente l’attuale crisi, causa della perdita del lavoro, ricolloca all’interno delle famiglie gli adulti che per ragioni economiche e per possibilità organizzativa, si riassumono i campiti di cura prima delegati ai servizi.
In un simile contesto, scommettere sui servizi domiciliari deve avere alcuni presupposti fondamentali quali l’integrazione con le risorse presenti, l’attivazione del volontariato, l’appoggio a servizi strutturati, con l’obiettivo di conciliare qualità e sostenibilità anche alle fasce più fragili di popolazione.
ANALISI DEL BISOGNO
L’analisi del bisogno è stata fatta in modo approfondito, attraverso questionari, interviste alla popolazione e ai rappresentanti degli enti, scegliendo come campione la Valle Antrona. I dati emersi denotano la necessità di potenziamento di tutti quei servizi, in parte già presenti, ma che non risultano ottimali o completamente fruibili. Per analogia pensiamo che i dati emersi siano estendibili a tutta l’Ossola.
Un altro focus di osservazione sul bisogno espresso dalla popolazione è legato all’attività svolta dagli operatori del Centro per la Famiglia. Prendersi in carico il disagio di una persona, mette in luce dinamiche relazionali e familiari più complesse, con l’emersione di situazioni di difficoltà latenti, ma non per questo meno gravose. Per esempio la fatica fisica ed emotiva che grava sui care giver di persone affette da demenza, può giungere allo psicologo del Centro per la Famiglia in forma di ansia o depressione dalle quali scaturisce un bisogno di sollievo nella cura, riattivazioni di reti sociali per il malato e per il care giver, spazi di condivisione tipo gruppi di auto aiuto, ecc..
La sempre crescente richiesta di servizi al Centro per la Famiglia e la prevalente provenienza dai centri abitati del piano, in proporzione maggiore rispetto alla popolazione, ci ha indotti a credere che le difficoltà di spostamento siano un deterrente all’uso dei servizi. Da qui l’idea di promuovere un percorso di apertura al territorio.